Con l’aggiornamento iOS18 Apple dice addio al suo ID?

iOS 18 potrebbe essere l’aggiornamento software più importante nella storia della Mela, con nuove funzionalità, cambiamenti di design e un occhio di riguardo per l’Intelligenza artificiale.  Ma con il prossimo rilascio del nuovo ed epocale aggiornamento iOS 18, l’azienda di Cupertino potrebbe optare per una nuova denominazione, rinominando il tradizionale Apple ID in Apple Account.

Secondo le ultime indiscrezioni, sembra che Apple potrebbe presto apportare una significativa modifica alla denominazione del suo servizio di identificazione, noto appunto come Apple ID.
La notizia è stata riportata da Mark Gurnman di Bloomberg, il quale ha suggerito che questo cambiamento potrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

Rendere più chiaro il concetto di identità digitale e più agevole la gestione delle informazioni personali

Se confermato, il termine Apple ID potrebbe essere gradualmente eliminato e sostituito con Apple Account su tutti i dispositivi Apple compatibili.
Sebbene i motivi di questa modifica non siano ancora stati ufficialmente comunicati da Apple, si ipotizza che l’azienda stia cercando di semplificare l’esperienza degli utenti, adottando una denominazione più intuitiva e coerente con gli standard del settore.

Questo aggiornamento potrebbe infatti rendere più chiaro il concetto di identità digitale per gli utenti Apple, rendendo più agevole la gestione delle proprie informazioni personali e delle impostazioni di account.

In attesa dell’annuncio ufficiale alla Conferenza Mondiale degli Sviluppatori

La presunta decisione di rinominare Apple ID in Apple Account potrebbe essere annunciata ufficialmente durante la prossima Conferenza Mondiale degli Sviluppatori, prevista per il mese di giugno 2024.

Inoltre, si prevede che tale cambiamento potrebbe diventare effettivo con il lancio del nuovo sistema operativo iOS 18, previsto per settembre, insieme al debutto della serie iPhone 16.

Ulteriori indiscrezioni sulla compatibilità di iOS18 con alcuni modelli di iPhone 

Ma le indiscrezioni riguardanti l’aggiornamento iOS 18 non si limitano alla modifica del nome dell’account. C’è infatti anche la possibilità che Apple introduca una nuova ‘modalità per apparecchi acustici’ con questo aggiornamento, fornendo agli utenti un ulteriore livello di personalizzazione e funzionalità avanzate per gli AirPods, riferisce una notizia Adnkronos.

Ora come ora non si conoscono le motivazioni della scelta di voler prendere in considerazione questo cambiamento su iOS 18 ma, si legge su Pcprofessionale.it, sembrano esserci comunque delle concrete possibilità anche se non la certezza effettiva. 
In ogni caso, sono emerse anche informazioni sulla compatibilità di iOS 18 con diversi modelli di iPhone, e sembrerebbe che Apple possa tagliare il supporto di alcuni modelli.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Formazione permanente, necessaria per il successo personale e professionale

In un contesto sempre più dinamico, caratterizzato da rapidi cambiamenti tecnologici, economici e sociali, la formazione permanete si presenta come un elemento cruciale per il successo personale e professionale. Mai prima d’ora è stato così fondamentale adattarsi costantemente alle novità , acquisire nuove competenze e rimanere aggiornati rispetto alle evoluzioni del mondo che ci circonda.

Adattarsi al cambiamento

Il mondo di oggi si evolve a una velocità inimmaginabile solo fino a pochi anni fa. Di continuo emergono nuove tecnologie e metodologie. Mantenersi aggiornati è l’unico modo per rimanere al passo con tali cambiamenti, acquisendo gli strumenti necessari per adattarsi e inserirsi in ambienti in rapida trasformazione.

Coloro che investono nella loro crescita personale attraverso la formazione sono più propensi a cogliere le opportunità che si possono presentare e a superare sfide impreviste.

Aprirsi al futuro

Le competenze richieste dal mercato del lavoro stanno subendo una profonda trasformazione. Settori come l’intelligenza artificiale, l’automazione e la digitalizzazione stanno ridefinendo il concetto di occupazione. La formazione continua consente alle persone di acquisire competenze valide oggi e nel futuro, come la capacità di lavorare con algoritmi, la comprensione della data science e ulteriori skills, in modo da diventare sempre “appetibili” per le aziende e i recruiter.  

Crescita a 360 gradi

L’apprendimento continuo non riguarda solo la qualificazione professionale, ma anche la crescita personale. Acquisire nuove conoscenze e competenze arricchisce la vita di ogni individuo, stimolando la curiosità e contribuendo a mantenere una mente aperta. Questa crescita personale può influenzare positivamente la carriera, le relazioni e la soddisfazione generale nella vita.

Flessibilità e resilienza

Continuare a studiare, infatti, è la strada maestra per allenare la flessibilità mentale e la resilienza. Affrontare nuove sfide e imparare nuovi concetti richiede una mentalità aperta e la capacità di adattarsi. Le persone che seguono corsi di formazione sono più abili a gestire lo stress e ad affrontare le difficoltà con una mentalità positiva.

In conclusione, la formazione permanente è un investimento necessario per avere successo nel mondo moderno. Che si tratti di acquisire nuove competenze tecnologiche, di migliorare le skills interpersonali o di esplorare nuovi campi di conoscenza, la costante ricerca di sapere crea persone più preparate e adattabili. In un mondo che cambia così rapidamente, la chiave per eccellere è rimanere al passo con i tempi.

Pubblicato
Categorie: Digitale

La cybersecurity industriale nel 2024: sfide e prospettive

Kaspersky, tramite il suo Industrial Control Systems Cyber Emergency Response Team (ICS CERT), ha diffuso le previsioni per il 2024 in merito alle principali sfide di cybersecurity che il settore industriale dovrà affrontare nel corso dell’anno.

Le proiezioni mettono in luce la persistenza delle minacce ransomware, l’aumento dell’hacktivism a sfondo cosmopolitico, una visione sulla “offensive cybersecurity” e le trasformazioni delle minacce nel settore logistico e dei trasporti.

Il bilancio del 2023

Guardando al 2023, Kaspersky accendi i riflettori su alcuni aspetti chiave della cybersicurezza industriale, che potrebbero evolversi ancora nel corso dei prossimi mesi. In particolare, la ricerca dell’efficienza nei sistemi IIoT e SmartXXX ha contribuito ad ampliare la superficie di attacco, mentre l’impennata dei prezzi dei fornitori energetici ha portato a un aumento dei costi dell’hardware, favorendo il passaggio strategico verso i servizi cloud.

L’ingerenza governativa nei processi industriali ha introdotto nuovi rischi, come le fughe di dati causate da dipendenti non qualificati e procedure di comunicazione responsabile non adeguate.

Ransomware: il pericolo numero uno  

Nel 2024, il ransomware sarà ancora il principale motivo di preoccupazione per le imprese industriali. Grandi organizzazioni, fornitori di prodotti e società di logistica dovranno affrontare rischi importanti, con potenziali impatti economici e sociali gravi. I criminali informatici mireranno alle aziende in grado di pagare riscatti consistenti, causando interruzioni nella produzione e nelle consegne.

Hacktivism cosmopolitico: si intensificano le proteste digitali

Si prevede un aumento dell’hacktivism a sfondo geopolitico nel 2024, con conseguenze potenzialmente più distruttive. Oltre ai movimenti di protesta nazionali, si anticipa una crescita dell’hacktivism cosmopolitico, guidato da programmi socioculturali ed economici come l’eco-hacktivism. Tale diversità di motivazioni renderà il panorama delle minacce più complesso e impegnativo.

Offensive cybersecurity 

L’utilizzo della “offensive cybersecurity” per raccogliere informazioni sulle minacce avrà conseguenze contrastanti. Se da un lato migliorerà la sicurezza aziendale offrendo indicazioni precoci di possibili compromissioni, dall’altro potrebbe attraversare la sottile linea tra la zona grigia e quella d’ombra.

Le attività informatiche a scopo di lucro, utilizzando strumenti commerciali e open-source, potrebbero operare in modo più discreto, rendendo difficile il rilevamento e le indagini.

Minacce evolute nei trasporti e nella logistica

La rapida automazione e la digitalizzazione dei settori logistica e trasporti introdurrà nuove sfide, unendo crimini sia informatici sia tradizionali. Tra questi, potrebbero aumentare furti di veicoli e merci, pirateria marittima e contrabbando.

I cyberattacchi non mirati potrebbero causare conseguenze fisiche, specialmente nel settore dei trasporti fluviali, marittimi, su strada e con veicoli speciali.

Pubblicato
Categorie: Digitale

I giovani e la fruizione culturale tra consumi online e offline

Nel 2022 la cultura in Italia ha guadagnato maggiore attrattiva grazie alla flessibilità offerta dalle modalità di fruizione da remoto.
Secondo quanto emerge dalla ricerca dal titolo ‘Fruizione culturale: i giovani tra festival e social media’, realizzata da BVA Doxa per Intesa Sanpaolo, i ragazzi e le ragazze appartenenti alla Gen Z considerano l’approccio online come uno strumento fondamentale per la crescita personale, l’intrattenimento e la comprensione del mondo.

La coesistenza di esperienze online e offline emerge chiaramente dai Focus Group. Se il canale online offre un accesso immediato, un linguaggio affine e una cultura più selettiva, il ‘mondo’ offline richiede più impegno, ma offre un’immersione completa, tangibile, e l’opportunità di stabilire relazioni significative.

I social media sono l’epicentro della fruizione online 

Insomma, i giovani e la cultura rappresentano un connubio che si sviluppa tra online e offline, e disegna un panorama con molte opportunità.

Lo studio rileva, ad esempio, come i social media siano diventati l’epicentro della fruizione online, creando connessioni virtuali che si trasformano in autentiche community durante gli eventi live.
Progetti digitali e content creator diventano quindi punti di riferimento fondamentali per i giovani, grazie alla cura dei contenuti, a un approccio imparziale e un linguaggio accessibile.

Il nuovo paradigma culturale offline pertiene ai Festival

L’analisi sottolinea, poi, come i giovani stiano cercando un nuovo approccio culturale. In questo scenario, per gli appartenenti alla Gen Z i Festival rappresentano la soluzione ideale, poiché assumono il ruolo di nuovi spazi (che possono essere sia aperti sia chiusi) dedicati alla condivisione, alla crescita e allo scambio.

Negli ultimi 3, 5 anni, più del 35% degli italiani ha partecipato a un Festival, con una predominanza dei più giovani rispetto agli over 40.
Siamo di fronte a un autentico cambiamento nel paradigma culturale, destinato ad abbracciare sempre di più le nuove tecnologie per un concetto di quotidianità ancora più connessa.

Per la cultura si apre un nuovo capitolo grazie alla Gen Z

Guardando al futuro, la cultura diventerà sempre più un motore di crescita e un collante sociale, con il Festival destinato a cambiare radicalmente forma. L’ideale sarà un evento itinerante, che coinvolgerà speaker provenienti dal web, presentando brevi interventi in stile ‘Ted Talk’ (‘Ted’ sta per Technology Entertainment Design. Ted Talk è una serie di conferenze), e offrendo laboratori tematici.

Insomma, si sta aprendo un nuovo capitolo, in cui la cultura si evolve con il contributo fondamentale delle nuove generazioni e della loro connessione sinergica tra il mondo online e offline.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Nuova mod malevola di WhatsApp sferra più di 340.000 attacchi in un mese

Gli utenti ricorrono spesso a versioni modificate di terze parti delle app di messaggistica più diffuse per aggiungere ulteriori funzioni. Tuttavia, alcune di queste mod, pur migliorando le funzionalità, nascondono anche malware. Kaspersky ha identificato una nuova mod di WhatsApp che non solo offre funzionalità aggiuntive, come messaggi programmati e opzioni personalizzabili, ma contiene anche un modulo spyware dannoso.

Con una portata che ha superato le 340.000 unità neo solo mese di ottobre, questo malware colpisce a livello mondiale, in particolare, gli utenti di lingua araba e azera.
La minaccia è emersa recentemente, diventando attiva a metà agosto 2023.
La nuova versione dannosa di Whatsapp si sta diffondendo poi all’interno di un altro popolare servizio di messaggistica, Telegram.

Due componenti sospetti non presenti nella versione originale

Se da un lato la modifica ha lo scopo di migliorare l’esperienza dell’utente, dall’altro raccoglie illegalmente informazioni personali dalle vittime. 
Il file manifest del client WhatsApp modificato include infatti componenti sospetti, un servizio e un ricevitore di trasmissione, non presenti nella versione originale.

Il ricevitore avvia una funzionalità, lanciando il modulo spia quando il telefono è acceso o in carica. Una volta attivato, l’impianto dannoso invia una richiesta con informazioni sul dispositivo al server dell’aggressore. Questi dati comprendono l’IMEI, il numero di telefono, i codici del Paese e della rete e altro ancora.

La diffusione nei canali di Telegram

Ma l’impianto dannoso trasmette anche i contatti e i dettagli dell’account della vittima ogni cinque minuti, oltre a impostare registrazioni del microfono e esfiltrare i file da una memoria esterna.
Inoltre, la versione dannosa si è diffusa attraverso popolari canali Telegram, che in alcuni casi contano quasi due milioni di iscritti.

I ricercatori di Kaspersky hanno avvisato Telegram del problema.
Azerbaigian, Arabia Saudita, Yemen, Turchia ed Egitto hanno registrato il più alto numero di attacchi. E sebbene la maggior parte degli utenti sia di lingua araba e azera, il fenomeno interessa anche Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Germania e altri Paesi.

Il Trojan-Spy.AndroidOS.CanesSPy

“Le persone si fidano delle app provenienti da fonti molto seguite, ma i truffatori sfruttano proprio questa fiducia – commenta Dmitry Kalinin, Security Expert di Kaspersky -. La diffusione di mod dannose attraverso popolari piattaforme di terze parti evidenzia l’importanza di utilizzare client IM ufficiali. Tuttavia, se avete bisogno di alcune funzioni extra non presenti nel client originale, dovreste considerare l’impiego di una soluzione di sicurezza affidabile prima di installare software di terze parti, in modo da evitare la compromissione dei vostri dati. Per una protezione efficace, è consigliabile scaricare sempre le applicazioni da app store o siti Web ufficiali”.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Stangata Rc auto: come risparmiare?

In un anno i premi medi delle Rc sono aumentati a doppia cifra, e hanno interessato tutta la penisola.
Da settembre 2022 a settembre 2023 il premio medio pagato dagli automobilisti italiani è infatti cresciuto del 27,9%, arrivando a 614,39 euro, ovvero, oltre 130 euro in più rispetto a 12 mesi fa.

La classifica delle regioni che hanno registrato gli incrementi maggiori è guidata dall’Umbria, dove lo scorso mese le tariffe sono salite mediamente del 37,9% rispetto all’anno precedente. Seguono Lazio, che ha segnato un aumento dei premi medi pari al 36%, e Sardegna (+34,4%). 
I dati emergono dall’analisi dell’Osservatorio di Facile.it su un campione di oltre 11 milioni di preventivi e relative quotazioni tra settembre 2022 e 2023.

Campania maglia nera dell’Rc

In valori assoluti non stupisce notare come la Campania indossi ancora una volta la maglia nera, dal momento che a settembre 2023 per assicurare un’auto nella regione occorrevano, in media, 1.062,49 euro, il 73% in più rispetto alla media nazionale.
Seppur a distanza, sul podio delle aree più costose seguono Calabria, con un premio medio di 673,07 euro, e Puglia (665,36 euro).

Sul versante opposto si posiziona il Friuli-Venezia Giulia, che anche quest’anno guadagna il primato di regione meno cara sul fronte Rc auto. Il mese scorso occorrevano infatti mediamente 415,92 euro per assicurare il proprio veicolo a quattro ruote.
Seguono Trentino-Alto Adige (443,88 euro), e Lombardia (474,38 euro).

Quando conviene cambiare compagnia

Secondo quanto registra invece l’Osservatorio assicurativo di Segugio.it il premio medio Rc auto a settembre 2023 ha raggiunto i 441,2 euro, e rispetto allo stesso mese del 2021 è in aumento su tutto il territorio.
Gli assicurati possono però controbilanciare l’incremento dei costi cambiando compagnia in seguito alla comparazione.
Segugio.it ha svolto un’analisi per valutare la riduzione media di prezzo qualora un cliente passi alla compagnia più conveniente partendo da quella attuale, nell’ipotesi prudenziale che quest’ultima sia la seconda in ordine di prezzo.

In questo modo i clienti potrebbero risparmiare in media il 29,2%, con picchi in Molise (40,5%), Calabria (39,3%) e Basilicata (38,3%).

Garanzie accessorie: l’assistenza stradale è la più scelta

Questo dimostra come la dispersione di prezzo, legata alla forte concorrenza fra compagnie, sia molto ampia e consenta significative opportunità di risparmio per i consumatori.
In ogni caso, tra le garanzie accessorie sottoscritte dagli guidatori italiani emerge come tra coloro che ne hanno inserita una in fase di preventivo, la più scelta sia stata ancora una volta l’assistenza stradale, selezionata dal 43,6% degli automobilisti.

Tra le coperture aggiuntive più richieste, seguono, seppure a grande distanza, la garanzia infortuni conducente (19,2%), la tutela legale (14,8%) e la copertura furto e incendio (10,6%).

Pubblicato
Categorie: Digitale

Italiani aperti alle esperienze immersive del Metaverso 

Il 92% degli italiani sa cosa sia il Metaverso, il 77% è in grado di descriverlo, e più della metà è in grado di definirlo come un mondo virtuale in cui le dinamiche di interrelazione consentono di performare diverse attività. E sono i Millennials, non i giovanissimi, ad approfondire e conoscere maggiormente le tematiche legate a Metaverso e realtà immersive, come criptovalute, avatar, NFT, Extended reality (AR, VR) e AI. In generale, nei confronti del Metaverso gli italiani mostrano attitudini di apertura, piuttosto che di scetticismo. L’Osservatorio Metaverso, promosso da Ipsos e Vincenzo Cosenza, evidenzia infatti che il 52% ritiene che le esperienze nel Metaverso possano essere emozionanti, e concepisce le realtà immersive come un modo di migliorare le attività online, non come un’alternativa alla realtà fisica.

Un modo per migliorare le attività online

La sperimentazione nelle attività fatte nel Metaverso per ora è piuttosto diversificata. Il 32% ha svolto più di cinque attività (giocare, trascorrere tempo con amici, acquistare oggetti reali, esplorare città), e i mondi virtuali più visitati sono Fortnite e Minecraft. Come ogni nuova innovazione tecnologica si accompagna a un po’ di ansia verso la privacy (38%) e si teme la confusione tra realtà fisica e virtuale (40%). L’atteggiamento generale è concepire il Metaverso come un modo per migliorare attività quali come gaming (48%), film e concerti (45%) educazione e apprendimento (41%) e shopping (40%).
Tuttavia, il 37% ritiene il Metaverso ancora troppo costoso (44% GenZ), e solo il 10% possiede visori per le realtà immersive.

Come costruire valore per i Brand?

In merito alle prospettive dei Brand si riscontra poca memorabilità rispetto alle attività intraprese: il 60% non riesce a citare spontaneamente una marca che abbia usato il Metaverso, a parte Google, Meta, FB, o Microsoft. Rispetto alle diverse categorie di Brand in media le opinioni oscillano tra ‘sfrutta le opportunità per guadagnare di più’ e ‘vuole abbracciare le nuove tendenze digitali’, che lasciano trasparire un cortocircuito tra propensione e conversione per i Brand. 
In pratica, finora le possibilità del Metaverso non sembrano essersi ancora convertite in valore per i Brand. Questo perché i Brand hanno lavorato su aspetti più ‘tattici’ rispetto a puntare su elementi che rispondano ai bisogni delle persone.

Le Metapersonas

Lo studio evidenzia quattro Metapersonas differenziate per livelli di adozione e coinvolgimento.
Se per i Pionieri (37%) il Metaverso è una nuova frontiera in cui sentirsi perfettamente a proprio agio, senza paura di confusione tra virtuale e reale, mentre ai Distanti e Impauriti (30%) non interessa. Lo ritengono troppo costoso, non si sentono parte di questa realtà virtuale e la vedono addirittura come una minaccia per l’identità e l’integrità personale.
Gli Immersi (20%), caratterizzati da un atteggiamento entusiasta e positivo, lo considerano come un altro mondo, dove possono esprimersi liberamente dando il meglio di sé e delle proprie capacità. E per i Funzionali (13%), molto attenti a efficienza e praticità, è principalmente uno strumento per svolgere attività utili nella vita quotidiana.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Intrattenimento: TV o libri? Le abitudini degli italiani

Che tipo di intrattenimento preferiscono gli italiani nel tempo libero? Guardano la tv in streaming, giocano sulle piattaforme online o con lo smartphone, ascoltano musica online, e leggono.
Secondo un’indagine a cura della società di ricerche di mercato Hubits Lab, l’88% dei nostri connazionali ama guardare la tv in streaming, l’86 % sceglie i libri, cartacei o nelle forme elettroniche, il 78% ascolta musica in streaming, il 75% si dedica al gaming e il 75% sceglie cinema, teatro o concerti. Ma quali forme di intrattenimento emergenti crescono di più nell’ultimo anno? “Le spese più performanti nel campo dell’intrattenimento sono ora dedicate ai libri”, spiega Pamela Saiu, responsabile Mondadori Media-Hubits.

Tornano in auge libri e fumetti 

In particolare, “il 74% degli italiani nel 2022 ha comprato almeno un libro. Il 62% ha scelto il cartaceo, il 18% l’e-book, il 15% fumetti/manga o graphic novel, il 10% un audiolibro e il 7% i podcast”, continua Saiu. Inoltre, il 45% degli intervistati ha comprato da 1 a 3 libri, il 32% da 4 a 11 libri e l’1% ne ha scelto uno.
“Il libro cartaceo è sicuramente la categoria preferita da regalare, seguita quasi a pari merito dagli strumenti fisici per musica e video come CD, vinili, Dvd e Blu Ray”, sottolinea Saiu. Ma sono i fumetti tra i fenomeni emergenti più importanti.

Film, serie tv, musica e gaming

Quanto ai video, “il 60% degli italiani ha visto film o serie tv tramite abbonamenti, oppure on demand in streaming o comprando un DVD o Blue-Ray – precisa Saiu. – Hanno comprato abbonamenti a piattaforme musicali, come ad esempio Spotify, un vinile, un CD o una musicassetta, il 46% dei soggetti intervistati. Mentre hanno aperto il portafoglio per il gaming il 38% del campione: il 21% ha comprato videogiochi per console, il 15% delle App per giocare al telefonino, l’11% per giochi online per PC”. 
Sul fronte degli abbonamenti in streaming, si evidenzia una sorta di stanchezza da parte del pubblico. Ora le piattaforme sono perfino troppe, e i clienti non hanno ben chiaro per quanto tempo le pellicole resteranno nelle sale per poi entrare nei circuiti in streaming. Con l’aumentare dell’offerta in streaming si assiste perciò a un calo complessivo degli abbonati.

Andiamo al cinema? 

Per evitare di pagare cifre elevate nel segmento piattaforme tv si assiste anche all’incremento di abbonamenti in condivisione tra famiglie e amici, e nuove forme di abbonamenti ibridi ‘calmierati’ con presenza di spot pubblicitari, quindi a costi inferiori.
In ogni caso, riporta Ansa, l’ascolto della musica e l’abitudine al gaming crescono entrambe del 25% nell’ultimo anno, così come andare a cinema/concerti/teatro.
“Andiamo di meno al cinema rispetto al periodo pre-Covid anche a causa del calo delle grosse produzioni che necessitano organizzazioni imponenti e che hanno fermato a lungo le riprese – sottolinea Marco Cino, managing director dell’agenzia Echo -. Ci aspettiamo però un recupero del segmento cinema, vista l’uscita recente di film importanti”.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Le aziende europee devono ancora attrezzarsi per il lavoro ibrido “sicuro”

La maggior parte delle aziende europee non è ancora pronta per affrontare la sfida legata alla sicurezza informatica negli ambienti di lavoro ibrido e da remoto. E la difficoltà a implementare misure preventive di protezione dei dati in questi ambienti riguarda anche le aziende italiane.
Secondo una ricerca condotta da Canon le principali fonti di preoccupazione si riferiscono alla difficoltà nella gestione degli aggiornamenti da remoto, del comportamento dei dipendenti e dei dati off-site. Difficoltà riconducibili prevalentemente al non disporre di soluzioni e strumenti adatti a garantire livelli di protezione adeguati alle minacce informatiche. Tra i primi ostacoli riscontrati, la scarsa cultura sulla prevenzione.

La difficoltà nel fornire ai lavoratori patch e aggiornamenti IT 

L’82% degli ITDM italiani (79% a livello europeo) incontra continuamente difficoltà nel fornire ai lavoratori da remoto le patch e gli aggiornamenti IT necessari a garantire sicurezza, mentre il 76% (77% in Europa) ritiene che i dipendenti, quando si trovano fuori sede, non rispettino le policy di sicurezza. La protezione dei documenti sensibili stampati e gestiti dai dipendenti a casa è un altro punto dolente: il 77% degli ITDM italiani (75% Europa) ha difficoltà a configurare in modo adeguato stampanti e scanner remoti, mentre il 77% (73% Europa) è preoccupato poiché i dipendenti non gestiscono con la dovuta sicurezza i dati stampati da tali dispositivi.

I problemi di conformità con il GDPR

A fronte di queste criticità nella sicurezza, l’82% delle aziende italiane (70% a livello europeo) fatica a tenere il passo con il regolamento GDPR, e il 51% (46% a livello europeo) ha riscontrato problemi di conformità e di audit sulla sicurezza informatica.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che solo il 18% delle aziende italiane (in linea con il dato europeo) attualmente è in grado di tracciare l’intero ciclo di vita di un documento, dall’accesso alla condivisione fino alla cancellazione, passando per la stampa e l’archiviazione. I dati sono pertanto esposti al rischio di intrusioni e attacchi.

Le funzionalità di sicurezza integrate in scanner e stampanti

A fronte di tali problematiche emerge l’attenzione nei confronti delle funzionalità di sicurezza integrate in scanner e stampanti come priorità per le aziende. Il 91% degli ITDM italiani (82% a livello europeo) concorda nel dire che ciò potrebbe rappresentare un elemento di attenzione per i futuri acquisti. Per proteggersi da ulteriori minacce e soddisfare le aspettative di conformità al GDPR, il 93% (82% a livello europeo) ritiene interessanti i prodotti dotati di funzioni di sicurezza, mentre l’89% (83% a livello europeo) è interessato a soluzioni che aggiungano valore all’investimento. Come ad esempio, riporta Adnkronos, quelle che forniscono controlli dello stato di efficienza della sicurezza, o i servizi di cancellazione dei dati.

Pubblicato
Categorie: Digitale

Investimenti nel digitale: in Italia +2,1% nel 2023 

Secondo la ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy della School of Management del Politecnico di Milano, dopo l’aumento del 2022 (+4%), per il 2023 si stima un rialzo del 2,1% dei budget ICT delle imprese italiane, comprese le Pmi (+2,4%). Le grandi imprese concentreranno gli investimenti su Sistemi di Information Security (50%), Business Intelligence, Big Data e Analytics (46%) e Cloud (30%), Software di profilazione e gestione dei contatti (CRM) e Software Gestionali (ERP). Ma il digitale è anche lo strumento per supportare i processi di transizione sostenibile. Il 29% delle Pmi e il 65% delle grandi imprese investe nel digitale per raggiungere obiettivi in questo ambito. In particolare, con sistemi di Big Data e Analytics, soluzioni di Industria 4.0 e tecnologie per lo smart working.

Aumentano i budget ICT

Nel 2023 il 43% delle grandi o grandissime imprese e il 43% delle Pmi aumenteranno i budget per le tecnologie digitali, un incremento trainato dalle imprese di taglia media. Si conferma la propensione a dedicare budget per l’innovazione digitale anche in altre funzioni esterne alla Direzione ICT, come fa già il 61% delle grandi imprese.
Il 41% delle imprese ha già definito una Direzione Innovazione o un singolo ruolo dedicato alla gestione dell’innovazione, sempre più spesso posizionata in stretto rapporto con il vertice aziendale. Ma è centrale anche integrare gli spunti di innovazione con i bisogni delle aree di business: più del 50% delle grandi imprese ha già definito ruoli di Innovation Champion. Nelle Pmi sono ancora rari ruoli dedicati all’Innovazione Digitale (8%), prediligendo una gestione occasionale (60%), o il ricorso a consulenti esterni (13%).

Come misurare l’impatto dell’innovazione in azienda?

Le grandi imprese identificano tra le principali sfide future la necessità di comprendere come misurare in modo efficace l’impatto portato dall’innovazione in azienda. Solo l’8% ha però già definito modelli strutturati di misurazione. Tra le dimensioni misurate spiccano i risultati di business e il consumo di risorse impiegate nei processi di innovazione, elementi di più facile e immediata quantificazione. Grandi imprese e Pmi si dedicano poi in maniera sempre più diffusa all’adozione di meccanismi per stimolare l’ecosistema esterno di innovazione, e oggi l’83% delle grandi imprese adotta pratiche di Open Innovation. 

Open Innovation e collaborazione

A riprova di questa diffusione, il 45% delle grandi imprese già possiede un budget dedicato all’Open Innovation. Tra le azioni inbound più adottate, le collaborazioni con Università e Centri di Ricerca (67%), attività di scouting e intelligence di start up (52%), Partner scouting su imprese consolidate (46%), Call4ideas o Call4startup (37%) e Hackathon (36%).
Poco diffusi, seppur in crescita, i fondi di Corporate Venture Capital per investire nell’equity di startup (8%). Anche tra le Pmi l’adozione di Open Innovation è in crescita costante, seppur interessi ancora solo il 44% di esse.
Il 52% delle grandi imprese collabora già attivamente con startup, mentre il 24% ha in programma di farlo in futuro. Tra le Pmi l’11% già collabora e 24% ha in programma di farlo.

Pubblicato
Categorie: Digitale