La COP28 Dubai 2023 conferma la paura per il Climate Change

La 28sima Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite, conosciuta anche come COP 28, si inserisce nell’ambito della convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change). Quest’anno la COP 28 si tiene a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.

In un mondo che sta affrontando conseguenze sempre più gravi legate al cambiamento climatico, la COP28 assume un ruolo centrale nel cercare soluzioni e impegni concreti per affrontare la crisi ambientale.
Ma da una ricerca Ipsos condotta in 31 Paesi emergono dati allarmanti. A causa della frequenza e gravità degli eventi meteorologici estremi, il 57% della popolazione mondiale riferisce come la propria area di residenza sia stata colpita dal cambiamento climatico.

L’impatto sulla popolazione

Non stupisce che l’Italia, dopo un anno devastante in termini di danni ambientali dovuti a temperature record e alluvioni, sia tra i Paesi che si dichiarano più colpiti, con due persone su tre personalmente impattate dal cambiamento climatico.

Nei prossimi dieci anni il 71% della popolazione globale prevede un impatto significativo, con un allarmante 88% in Corea del Sud. Tra i Paesi più preoccupati troviamo l’Italia, dove quattro persone su cinque non vedono un orizzonte roseo.
Per i prossimi 25 anni la prospettiva di sfollamento coinvolge il 38% della popolazione globale, con punte al 68% in Turchia e 61% in Brasile.

Preoccupa anche l’informazione carente

La carenza di informazioni adeguate sul cambiamento climatico emerge come una preoccupazione diffusa.
Il 59% degli intervisti globali ritiene che i governi non forniscano informazioni sufficienti, mentre il 61% pensa lo stesso per le aziende. In Italia questi dati salgono al 66%, sia per il governo sia per le aziende.

A livello globale, in media solo il 24% crede che i mezzi di informazione rappresentino accuratamente gli impatti del cambiamento climatico, mentre per il 42% sono addirittura sottovalutati.
L’Italia si distacca, anche se di poco, dalla media globale dimostrandosi più critica verso il servizio svolto dai mezzi di informazione. Il 57% pensa che il sistema informativo sottostimi gli effetti del cambiamento climatico.

Agire si può?

La mancanza di informazioni trasparenti ha alimentato la sfiducia pubblica. La COP28 si svolge in un contesto in cui la fiducia nei confronti delle azioni governative e aziendali per affrontare il cambiamento climatico è bassa.
Infatti, passando in rassegna le azioni concrete messe in campo, a livello globale solo il 36% degli intervistati ritiene che il proprio governo stia lavorando duramente per affrontare le conseguenze del climate change.

In 21 dei 31 Paesi esaminati, tra cui l’Italia, più della metà della popolazione ritiene che il proprio governo non faccia abbastanza per combatterlo.
È evidente, quindi, la richiesta per una leadership politica globale più incisiva e impegnata per raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti a livello internazionale.

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